Domenica, 22 Giugno 2025 21:43

Gypsy Rose Lee: la regina del burlesque che trasformò lo spogliarello in arte

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Gipsy Rose Lee l'artista che trasformò il burlesque in intrattenimento mescolando teatro, musica, comicità e sensualità.

Per comprendere l’importanza di Gypsy Rose Lee nel mondo del divertimento notturno e della lap dance contemporanea, bisogna partire da una domanda fondamentale: che cos’è il burlesque? Il termine nasce nel XIX secolo per indicare spettacoli teatrali comici e satirici, spesso in chiave parodica. Ma a partire dai primi decenni del Novecento, il burlesque americano si evolve in una forma d’intrattenimento che mescola teatro, musica, comicità e striptease, destinata a un pubblico adulto. Non si tratta solo di “spogliarsi”: è una performance che gioca sull’allusione, sul travestimento, sull’ironia e sulla sensualità, spesso mescolando riferimenti culturali alti e bassi.

È in questo contesto che nasce e si afferma Gypsy Rose Lee, una delle figure più iconiche del burlesque e una vera pioniera nel trasformare lo spogliarello in spettacolo teatrale. Nata a Seattle nel 1911 come Rose Louise Hovick, Gypsy fu inizialmente parte di un duo vaudeville con la sorella June, sotto la guida della madre Rose, una donna ambiziosa e dominante. Quando June abbandonò la scena, fu Gypsy a prenderne il posto, reinventandosi come artista solista nei circuiti del burlesque.

Negli anni ’30, mentre gli Stati Uniti affrontavano la Grande Depressione, il burlesque rappresentava una forma di evasione per il pubblico popolare, in cerca di leggerezza e provocazione. In quel panorama, Gypsy Rose Lee si distinse subito per il suo stile unico. Diversamente da altre spogliarelliste, non puntava sull’esibizione rapida del corpo, ma su un gioco di seduzione sottile e cerebrale. Si svestiva lentamente, parlava con il pubblico, faceva battute intelligenti e ironiche: il suo striptease era una forma di narrazione.

Il successo la portò nei più celebri teatri burlesque di New York, come il Minsky’s, e il suo nome divenne sinonimo di eleganza e carisma. La sua presenza scenica, il controllo del ritmo, la capacità di giocare con lo spettatore, elevarono il burlesque da semplice intrattenimento notturno a vera e propria arte performativa. In un’epoca in cui le donne erano spesso costrette in ruoli passivi, Gypsy Rose Lee si impose come donna intelligente, autonoma e padrona del proprio corpo e della propria immagine.

La sua eredità si riflette anche nell’evoluzione della lap dance, una forma di spettacolo erotico che, nelle sue versioni più raffinate, conserva molte delle intuizioni di Lee: l’importanza della scena, del personaggio, del ritmo e del coinvolgimento emotivo. La lap dance, pur nascendo in contesti più espliciti, trova nel burlesque e in Gypsy una radice artistica, un modello in cui la sensualità è parte di un’espressione più ampia, fatta di consapevolezza e teatralità.

Oltre alla carriera da performer, Lee fu anche scrittrice. La sua autobiografia, Gypsy (1957), fu un bestseller e ispirò il musical di Broadway Gypsy: A Musical Fable, con musiche di Jule Styne e testi di Stephen Sondheim. Lo spettacolo, ancora oggi rappresentato, ha consegnato la sua storia al mito e ha immortalato la figura della madre Rose come simbolo dell’ambizione materna senza limiti.

Gypsy Rose Lee morì nel 1970, ma la sua influenza continua. In un’epoca in cui il corpo femminile è ancora al centro di dibattiti e mercificazioni, il suo esempio ci ricorda che la sensualità può essere anche ironia, intelligenza e potere. Ha fatto del burlesque un linguaggio, e della scena un luogo di emancipazione. La lap dance contemporanea, in tutte le sue sfumature, le deve molto: perché prima del corpo, c’è sempre la mente. E Gypsy Rose Lee lo sapeva bene.

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Foto di Gipsy Rose Lee

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